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VARIAZIONI SU UN NON FINITO MILANESE
LABORATORIES 2022>>2023

The laboratories have as there object a Milanese area, and, within it, the abandoned structure of a building designed by the Milanese architect Aldo Rossi. The area is that around the San Cristoforo railway yard which was recently the subject of a design competition won by a group of designers including the Dutch studio O.M.A. and Philip Rahm. Among the winners there are therefore two profiles that are among the most relevant for the debate on contemporary architecture and that propose approaches very different from those of Rossi if not, in some ways explicitly opposed. The subject of the recent competition was the masterplan of the area, therefore a still general configuration of its parts that leaves, especially in the case of the Rossi’s ruin, a lot of room for interpretation and study. It is therefore interesting to look at the recovery of the pre-existence as an opportunity to discuss both the positions and figures of Rossi's architecture, as well as those of O.M.A. and Rahm, making them react with each other. It will be starting from some of the principles that guide the work of these architects that the design exercises and the different phases of the laboratory will be conceived.

Il laboratori hanno come oggetto un’area milanese, e, all’interno di essa, la struttura abbandonata di un edificio progettato da uno dei più importanti architetti milanesi del XX secolo, Aldo Rossi. L’area è quella intorno allo scalo ferroviario di San Cristoforo che è stata recentemente oggetto di un concorso di progettazione vinto da un gruppo di progettisti tra cui lo studio olandese O.M.A. e Philip Rahm. Tra i vincitori ci sono pertanto due profili tra i più rilevanti per il dibattito sull’architettura contemporanea che propongono approcci molto diversi da quelli di Rossi, per certi versi esplicitamente contrapposti. L’oggetto del concorso recente è stato il masterplan dell’area, quindi una configurazione ancora generale delle sue parti che lascia, soprattutto nel caso della rovina rossiana, molto margine di interpretazione e approfondimento. È quindi interessante guardare al recupero della preesistenza come occasione per discutere tanto le posizioni e le figure dell’architettura di Rossi, quanto quelle di O.M.A. e Rahm, facendole reagire tra di loro. Sarà a partire da alcuni dei principi che guidano il lavoro di questi architetti che verranno concepiti gli esercizi progettuali e le diverse fasi del laboratorio.

Secondo la proposta vincitrice del concorso l’area di San Cristoforo sarà trasformata in un parco: una grande area naturale con un nuovo specchio d’acqua lungo la giacitura originaria dei binari. Il parco avrà la funzione di riconnettere le due parti della città separate dalla ferrovia e di offrire agli abitanti della zona – e alla città nel suo insieme – uno spazio di incontro e di ristoro. Ma non solo: secondo le ricerche di Rahm che hanno guidato la redazione della proposta, giustificandone il motto “Agenti climatici”, il parco è stato concepito come strumento di mitigazione e riqualificazione ecologica e per mette al centro del progetto e dei suoi futuri approfondimenti la questione climatica in una prospettiva di riequilibrio ambientale tra metropoli e natura.

Agli studenti sarà richiesto di progettare una sequenza di padiglioni leggeri, spazi freddi a servizio del parco, all’interno o in diretta prossimità della struttura in rovina. La disposizione dei nuovi padiglioni, essendo un completamento della preesistenza abbandonata, dovrà tener conto di alcuni principi dell’architettura del suo autore, Aldo Rossi, e soprattutto del suo lavoro sulle figure architettoniche primarie e sui modi di una composizione per pezzi accostati, una composizione paratattica. Allo stesso tempo, i nuovi padiglioni dovranno anche corrispondere alla vocazione del masterplan, cioè la piena integrazione con l’elemento naturale e l’attenzione alla componente climatica. Queste diverse componenti dovranno essere affrontate e ricomposte con l’obbiettivo di discutere e mettere in crisi le diverse posizioni degli autori citati.

L’esercizio è dunque teso a stimolare una progettazione consapevole e non solo pratica o tecnica: si incoraggia infatti ad acquisire una prima consapevolezza di alcuni termini del discorso contemporaneo sull’architettura e dei grandi temi ecologici che lo stanno investendo. Il riferimento ad architetture e architetti non sarà inteso come esercizio di copia o semplice imitazione stilistica, ma, al contrario, come occasione per confrontarsi, criticare e rielaborare figure e temi importanti nel panorama odierno.

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